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MUORE JULIO GRONDONA, IL PATRIARCA DEL CALCIO

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Occhi aperti: è morto il dirigente FIFA Julio Grondona (foto: la rete)

Occhi aperti: è morto il dirigente FIFA Julio Grondona (foto: la rete)

Buenos Aires – La leggera indisposizione che aveva comunicato in serata di ieri la federcalcio argentina Afa, era in realtà un aneurisma all’aorta, risultato poi fatale al suo patriarca, Don Julio Grondona, che si è spento poco dopo le 13:00 argentine di oggi, in una delle più prestigiose cliniche di Buenos Aires. Il Padrino era stato fino a tarda notte in riunione con i dirigenti dei club locali, rispondendo poi alle domande dei giornalisti che lo attendevano sulla porta e chiedevano informazioni in merito all’addio di Alejandro Sabella, dalla panchina della nazionale con cui ha appena conquistato il secondo posto nella Coppa del Mondo.

«Se una fidanzata non ti ama, non la puoi mica convincere a stare con te», aveva detto Julio in merito all’addio del ct, con il sarcasmo che l’ha reso celebre e spesso anche antipatico a molti, attraverso gli anni, tantissimi, in cui è stato il punto di riferimento del calcio locale. A volerlo al vertice della AFA, furono infatti i generali dell’ultima dittatura militare, che lo designarono nel 1979 a capo di una federazione che aveva appena ospitato e vinto i Mondiali, e che lui ricambiò vincendo subito l’equivalente trofeo giovanile e poi, nell’86, quando già nel paese era tornata la democrazia, un’altra coppa Rimet.

«Todo pasa» e cioé «tutto scorre», diceva l’annello d’oro che Don Julio ha portato quotidianamente al dito come un sigillo monarchico, mentre cambiavano i governi e il suo potere invece diventava sempre più grande e indiscutibile. La carriera a livello sudamericano la fece a braccetto con un’altra controversa figura della politica del pallone, il brasiliano Joao Havelange, poi, il mondo: era arrivato ad essere il vicepresidente della FIFA.

Anche per questo, sono stati annunciati 7 giorni di lutto nel campionato locale e cancellata la prima data della Primera Division, prevista per domenica prossima. Dopo il litigio con Diego Maradona, che riuscì a portare la nazionale argentina solo fino ai quarti nei Mondiali sudafricani del 2010, perdendo 4 a 0 con la Germania, l’ultimo anno era stato forse il più difficile per Grondona. La morte dell’amata moglie, l’aveva portato a togliersi l’anello del Panta Rei e anche ad annunciare che nel 2015 avrebbe dato le dimissioni e lasciato spazio a quel successore, che per 35 anni aveva fatto di tutto per bloccare, risultando sempre lui l’unico candidato alle elezioni.

Non ha fatto in tempo a mantenere la promessa, tuttavia, un fatto eccezionale è successo nel 2014: si è aperta un’inchiesta ai suoi danni contro l’amministrazione discrezionale dei fondi derivati dai diritti TV del calcio argentino e pagati tutti dal governo, attraverso le casse pubbliche. Forse solo ora che la sua ingombrante figura ha lasciato libero il trono, sarà veramente possibile scavare a fondo nella questione. Di certo, con la sua morte finisce un’era del calcio argentino e mondiale, che molti chiedono non torni più.


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